Venerdì 25 maggio ore 21.00 nella Chiesa San Bartolomeo il Comune di Vinovo organizza la “Rassegna corale voci bianche” con la partecipazione del Coro “Le note colorate” di Vinovo ed il Coro della “Scuola Calamandrei” di Torino.
Ingresso libero.
Venerdì 18 maggio dalle ore 22.00 “Show must go on Band” in concerto al Portico 26 di Piobesi T.se di Via Galimberti 26, tributo ai Queen.
Mercoledì 23 maggio muniti di guanti e sacchetti il Comune di Vinovo verrà ripulito da carte, bottiglie ed oggetti vari con l’obiettivo di alimentare la cultura ambientale con azioni concrete che vedono i cittadini protagonisti.
Programma della manifestazione:
Ore 9.00 incontro nei punti previsti per la consegna del kit (guanti e sacchetti) e per la pratica assicurativa.
Dalle 9.30 alle 12.00 rimozione rifiuti e raccolta nei punti stabiliti per zona, evidenziati da apposita segnaletica.
Ore 12.00 Ritrovo presso il parco del Castello (area giochi) per festeggiare insieme l’evento ecologico.
L’Asd Nichelino Hesperia presenta la sua 21° edizione del “Summer Village” dedicato a bambini\e ragge\i di età compresa tra i 3 ed i 14 anni, dal 11 giugno al 27 luglio e dal 27 agosto al 7 settembre si potrà andare in vacanza insieme allo sport e non solo. Sport, laboratori, ballo, inglese, favole, lezioni di musica, uscite, bici, pattini, piscina, gite presso parchi acquatici, film e spazio compiti.
Per informazioni ed iscrizioni dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle 19.30 presso il centro sportivo Comunale G. Ferrini di via Prunotto 17, oppure telefonando al 011.621955 – 351.0469253.
Sabato 19 maggio dalle ore 22.00 “Six Blade Band” in concerto al Portico 26 di Piobesi T.se di Via Galimberti 26, tributo ai Dire Straits.
Giancarlo Costa, esperto di frumenti tradizionali, socio Panacea, promotore e ideatore della Filiera della Farina di Stupinigi. Originario di Parma ma da sempre legato alla città di Torino e Stupinigi, è tra gli ideatori della Filiera della Farina insieme a Isabella de Vecchi del panificio Panacea e agli agricoltori di Stupinigi.
Cos’è oggi la filiera della farina di Stupinigi?
“La filiera della Farina di Stupinigi è un patto che dal 2014 si rinnova ogni anno con il supporto di Coldiretti Torino ed unisce alcune aziende agricole del Parco di Stupinigi: il Molino Roccati di Candia Canavese ed il forno Panacea in Torino, con lo scopo di offrire ai consumatori una garanzia sicura e comprensibile sull’origine, sulla qualità e sul costo della farina e del pane prodotti con il grano coltivato a Stupinigi. La filiera produce annualmente oltre 1500 quintali di farina di frumento tenero che Panacea in parte trasforma in prodotti da forno ed in parte vende ai consumatori per l’utilizzo domestico.”
Com’è nata?
“La filiera è nata nel contesto del progetto Stupinigi Fertile, finanziato dalla Compagnia di San Paolo ed operativo tra il 2013 ed il 2015, che aveva come obiettivo la valorizzazione del patrimonio rurale ed agricolo del sistema territoriale di Stupinigi. Il progetto scelse l’agricoltura come elemento fondante intorno al quale ritrovare una coscienza di luogo condivisa che valorizzasse Stupinigi, anche economicamente. Provenendo da esperienze di recupero e divulgazione del patrimonio culturale legato alla coltivazione ed alla trasformazione dei cereali, mi innamorai della storia di Stupinigi ed iniziai a riflettere sulla sua attualità. Attualità confermata da un lato, dalle aziende agricole di Stupinigi che soffrivano la crisi dei prezzi cerealicoli sulle borse merci e che cercavano nuove opportunità per valorizzare il proprio prodotto, e dall’altro dalle nuove esperienze di “filiere locali dal basso” che stavano nascendo in Italia ed all’estero. L’incontro conoscitivo dell’autunno 2013, dove invitammo alcune di queste esperienze come la filiera degli 11 grani del Parco Agricolo Sud Milano, confermò l’interesse degli agricoltori e capimmo di essere sulla buona strada. Nell’autunno del 2014 Panacea ha inaugurato il laboratorio di panificazione in via Baltea 3 a Torino e contestualmente si è avviata la prima semina a Stupinigi delle varietà di frumento tenero scelte come più adatte per la panificazione tradizionale con lievito madre. Semina che offri l’opportunità di reintrodurre a Stupinigi anche alcune varietà tradizionali di frumento ad alta taglia, tipiche dei primi decenni del Novecento, caratterizzate da tenore glutinico estremamente basso e da profumi e sapori superbi. Ricordo il primo raccolto nell’estate del 2015 quando sulla mietitrebbia con Ernesto Bertola, agricoltore di Stupinigi, mi disse: “Sento nuovamente il profumo del grano nel campo” ed ancora adesso mi emoziono.”
Ci spieghi in che modo la filiera è connessa al territorio ed alla sua cultura sociale oltre che agricola?
“Il mondo rurale è sempre stato caratterizzato da forti legami sociali: difficile pensare ad un agricoltore senza famiglia o senza una comunità che lo sostenga nel suo lavoro, anche se le chimere tecnologiche oggi vogliono indurci a pensare diversamente. La filiera di Stupingi nasce da questa rete di relazioni, accuratamente raccontate nella bella pubblicazione: “Le cose se non le curi vanno a perdersi” prodotta dal progetto Stupinigi Fertile. Ne consiglio a tutti la lettura, forse all’infopoint di Stupinigi è possibile trovarne ancora qualche copia. Inoltre la presenza nella filiera di Panacea, in quanto cooperativa sociale, ne rafforza questa connotazione, aprendola verso le tematiche dell’inclusione lavorativa come possibile risposta alle sfide poste dalla precarietà e dall’immigrazione.”
In cosa si differenzia dalle altre esperienze simili di filiere del territorio?
“La filiera di Stupinigi si basa su tre concetti fondamentali:
Possiamo dire che la filiera di Stupinigi si batte per la difesa e la co-gestione dei beni comuni e delle materie prime, per la valorizzazione dei territori, per la salvaguardia della dignità del lavoro e per il diritto alla salute ed alla sicurezza alimentare. Lo fa semplicemente, cominciando dal grano e finendo col pane. Ritengo che l’attenzione a questi aspetti distingua la filiera di Stupinigi da altre esperienze sul territorio.”
Cosa vedi nel futuro di questa filiera?
“Dal punto di vista produttivo vedo sicuramente la valorizzazione delle altre produzioni del Parco, come mais e fagioli, ma anche nuove colture come grano saraceno e miglio che sempre più interessano i consumatori celiaci o intolleranti al glutine del frumento. L’azienda Bertola già coltiva il saraceno con ottimi risultati, ed è una coltura straordinaria sia per il suolo che per gli insetti impollinatori che adorano il suo fiore. Inoltre può essere coltivato in successione al frumento durante la stessa annata agricola offrendo un’ulteriore opportunità di reddito. Ritengo importante valorizzare il più possibile tutte le produzioni per incentivare le aziende agricole nella buona pratica delle rotazioni che è fondamentale per la salubrità dei terreni e delle colture. Nel futuro vedo anche il continuo rafforzamento del legame tra la filiera ed i suoi consumatori: Panacea tiene mensilmente un laboratorio di panificazione a Torino (primo sabato) ed uno a Stupinigi (terzo sabato) che riscontrano sempre grande interesse ed entusiasmo. Durante i laboratori gli agricoltori fanno spesso capolino per raccontare la loro esperienza e quando la stagione lo permette accompagnano le persone direttamente in campo. L’evento del 20 maggio sarà una nuova occasione per raccontare le belle storie che accompagnano i nostri grani.”
Che ruolo può avere secondo Lei l’agricoltura periurbana nello sviluppo delle città? E di Torino in particolare?
“Come dicevo prima, l’agricoltura periurbana è uno strumento fondamentale per la salvaguardia del suolo, la tutela del paesaggio e lo sviluppo di economie locali all’insegna della sostenibilità. Il Parco di Stupinigi, con le sue meraviglie naturalistiche e storiche a soli dieci chilometri dal centro della città, fa di Torino un unicum a livello europeo e forse mondiale. Personalmente vorrei veder nascere a Stupinigi un laboratorio europeo per l’agro-ecologia dove università ed aziende agricole possano sperimentare e mettere a punto le pratiche richieste dall’agricoltura del nuovo millennio, sotto gli occhi attenti ed appassionati dei consumatori, partecipi e testimoni di questa nuova alleanza tra l’uomo e la natura. E qui si potrebbe citare il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, di cui Stupinigi potrebbe a tutti gli effetti incarnarne il simbolo.”
Cos’è Panacea Social Farm e come è connessa con Stupinigi?
“Panacea Social Farm è la cooperativa sociale che gestisce il forno Panacea in via Baltea 3 ed i suoi quattro punti vendita in Torino. Panacea ha sicuramente fatto da volano alla filiera che è nata grazie alla sua ferma volontà di produrre un pane naturale, accessibile a tutti, fatto con cereali locali coltivati nel rispetto dell’ambiente, ed all’interno di un sistema equo di ripartizione del valore che è appunto la nostra filiera. Il nome della cooperativa tradisce le ambizioni agricole della cooperativa che vorrebbe infatti affiancare le aziende agricole nella produzione. Questo per il momento resta un sogno viste le grandi difficoltà che abbiamo incontrato per quanto riguarda l’accesso alla terra. Ma non smettiamo di coltivare questo sogno immaginando il nostro futuro.”
Come è stato accolto il progetto dal pubblico e dalle istituzioni fin’ora?
“Se Panacea ha potuto aprire quattro punti vendita in Torino in meno di quattro anni è certamente grazie alla bontà dei nostri prodotti ma anche grazie alla fiducia ed alla attenzione con cui il progetto è stato accolto dai consumatori. I nostri punti vendita raccontano esplicitamente la filiera ed i valori che la fondano, e crediamo che questo faccia la differenza per chi acquista i nostri prodotti. Non mancano poi le occasioni di approfondimento, come i laboratori di panificazione e gli eventi a Stupinigi: ricordo in particolare il convegno di maggio dello scorso anno che ha riunito a Stupinigi numerose filiere cerealicole locali, provenienti da diverse regioni italiane, che hanno potuto condividere e mettere a fattor comune le rispettive esperienze. Siamo felici di appartenere a questa rete di iniziative che lavorano per la costruzione di una nuova economia ed una nuova società partendo dai valori della nostra tradizione. Le istituzioni, ed in particolare la Compagnia di San Paolo attraverso il finanziamento di Stupinigi Fertile, ci hanno permesso di incubare il progetto che però si è mosso autonomamente fin dai suoi primi passi. Siamo orgogliosi di non dipendere da aiuti pubblici e del successo imprenditoriale di questa esperienza di filiera anche se crediamo che Stupinigi necessiti di un lavoro concertato con le istituzioni per esprimere al meglio tutte le sue potenzialità. Ringraziandovi dello spazio che ci avete dedicato, rinnovo l’invito ai lettori di venire a trovarci il 20 maggio a Stupinigi.”
Anche quest’anno l’Asd Bike&More di None organizza in collaborazione con l’istruttore MTB Mauro Casarone due campi estivi di mountain bike per i ragazzi di elementari e medie in Valchisone. Oltre a questa disciplina sportiva non mancheranno giochi, attività e tanto divertimento.
Per informazioni: Casarone Mauro 335.5938797 [email protected]
Giovedì 17 maggio dalle ore 21.30 “Zio Frank” in concerto al Portico 26 di Piobesi T.se di Via Galimberti 26, tributo alla musica italiana ed internazionale anni ’60 ’70 ’80..
Torna l’immancabile evento “Stupinigi da gustare” giunto alla sua 2° edizione, domenica 20 maggio dalle ore 11.00 alle 18.00 lungo la Rotta Reale, e nei prati circostanti, il parco di Stupinigi ospiterà fiumi di persone con l’unico obiettivo di condividere e far vivere la natura del parco in maniera consapevole.
Ad attendere i visitatori ci saranno stand gastronomici ed i propri cibi a Km 0 delle aziende agricole locali, un mercatino di una selezione delle migliori attività agricole locali come “I frutti della collina azienda agricola Dai Dallerba”, “azienda agricola TUM, azienda agricola Sala Rita, Crema Gentile e molte altre, angoli relax nella natura in cui lasciarsi trasportare da yoga, massaggi thailandesi e meditazione insieme a Federica Gazzano e gli operatori di “Spazio Kailash”, trattamenti Shiatsu con “l’Accademia Shiatsu Do Torino”, attività sportive tra gare di lentezza in e-bike a cura di “Giroola” e workout Spartan SGX insieme al “Karma centoundici – Fitness e rieducazione funzionale. Per i più piccoli laboratori di panificazione Panacea, spazi gioco ed attività creative tra i prati con “Lo spazio che non c’è”, circuiti di prova in bicicletta con “Asd BikeandMore None”, passeggiate sui pony “Horse House”, letture animate con la libreria “Il Cammello”, laboratorio alla scoperta del parco con “Arnica progettazione ambientale S.c.”. Inoltre laboratorio fotografico “Impara a scattare nel bosco” adatto a tutti con l’utilizzo smartphone o macchina fotografica.
Perché una rubrica? Perché una rubrica con dentro contenuti di uno scrittore attore? Semplicemente perché l’arte non è solo apparire ma è anche lavorare con se stessi per approdare a risultati di cui tutti possono fruire. Leggere… leggete… troverete un mondo dentro gli spazi bianchi fra le righe nere.
A cura di Graziano Di Benedetto
Scrittore – Attore
Si dice spesso che la scrittura sia un dono della natura e che pochi fortunati siano in possesso di tale dote. Vado controcorrente ed affermo che tutti possono scrivere emozionando ed emozionandosi.
Pongo alcune domande: “Chi non è mai stato innamorato? Chi non ha mai subito una delusione amorosa? Chi non ha mai subito un lutto o litigato con colleghi, amici, familiari…o chi non ha mai assistito ad eventi particolarmente forti?
Ecco, di questo si deve narrare. Se non si vogliono mettere in gioco le proprie emozioni, l’osservazione è la base di una scrittura efficace. Tutto è fonte di emozioni, tutto è fonte di scrittura. Altro elemento da non sottovalutare è l’utilizzo dei sensi che normalmente usiamo, come l’olfatto: gli odori o i profumi scatenano ricordi antichi, forti, che colpiscono dritto allo stomaco.
Una minestra indigesta potrebbe diventare una pagina piene di emozioni scritte:
“Scendevo le scale che conducevano alla mensa, scale bianche come il latte, piene di venature rosa, come capillari malati, superficiali. La puzza di minestra colma di verdure vecchie, bollite e strabollite mi entrò nelle narici. La puzza si fece strada dentro i polmoni, dilatandoli fino a scoppiare. Broccoli marci come i pensieri della monaca che controllava i poveri bambini, inquadrati come soldatini feriti e senza futuro….”
Questo è solo un piccolo esempio di ciò che si potrebbe scrivere. Un inizio. E tutto nasce dalla puzza o odore di una minestra indigesta. Il resto viene da se. Lasciamo libere interpretazioni ai lettori e continuiamo scrivere sfruttando semplicemente il mondo che ci circonda.
Tutto è scrivibile e DESCRIVIBILE.
Nei mesi di giugno, luglio ed agosto l’Horse House propone ai propri tesserati un’estate ragazzi rivolto ai bambini di età compresa fra i 7 ed i 16 anni. Istruttori e tecnici federali garantiranno della attività e lezioni di qualità.
Per informazioni: 333.4465727 – 380.8696434.
Un libro scritto ed illustrato dai bambini della scuola primaria di Castagnole Piemonte dal titolo “Ciak si scrive…una fiaba reale” sarà presentato dalle classi 4° e 5° al Salono Internazionale del Libro venerdì 11 maggio alle ore 13.00 nella sala argento. Il volume è frutto della collaborazione tra Comune Scuola e Territorio.
La realizzazione del progetto è stato possibile grazie all’intervento di Lorenzo Bottallo, Luciana Mencaroni, Francesco Italiano, Dalila Leone e Tatiana Giunta che hanno interagito con alunni ed insegnanti. Il lavoro è stato svolto in orario scolastico all’interno della Biblioteca con l’obiettivo di far conoscere ai bambini questo luogo magico. La fiaba si collega alla IV edizione del “Libro libero” e “Rievocazione storica della Bela Rosin” nelle giornate del 14-15-16 giugno. Proprio giovedì 14 giugno ore 20.30 in piazza Cesere Battisti i bambini apriranno il festival del “Libro Libero” con l’intervento della Preside Dott.ssa Claudia Torta ed il Dott. Gervasio Cambiano storico e cittadino onorario di Castagnole Piemonte.
Venerdì 11 maggio dalle ore 22.00 “Why not Band” in concerto al Portico 26 di Piobesi T.se di Via Galimberti 26, tributo a Ligabue.
Una rubrica che grazie alle sue immagini e nozioni porterà i lettore alla scoperta della flora e della fauna del nostro territorio. Un viaggio che vi farà immergere nella natura della pianura, collina e montagna tra fiumi, sorgenti, piante, fiori ed animali che caratterizzano da secoli le nostre terre.
A cura di Claudio Bonifazio
Foto scattata in località: Racconigi (CN) presso il Centro Cicogne ed Anatidi.
Descrizione del Centro Cicogne ed Anatidi
Il Centro nasce nel dicembre del 1985 per la reintroduzione della Cicogna bianca, specie estinta dall’Italia come nidificante dal Settecento, grazie alla collaborazione tra la Lega Italiana Protezione Uccelli e l’appassionato ornitologo Bruno Vaschetti. Alla luce dei risultati positivi ottenuti dal progetto cicogna, il Centro intraprende, a partire dal 1989, il progetto Anatidi, mirato alla protezione di specie di anatre, oche e cigni rare o in pericolo di estinzione. In questo senso è stato avviato il progetto LIPU per la reintroduzione del Gobbo rugginoso, un’anatra tuffatrice estinta in Italia dagli anni Settanta. Dal 1995, considerando anche gli interventi comunitari mirati alla salvaguardia della biodiversità attraverso la creazione di zone umide, il Centro ha promosso una serie di interventi rivolti al ripristino di aree umide, finalizzate alla sosta degli uccelli migratori e, in particolare, dei Limicoli, i piccoli trampolieri che frequentano le paludi. Ad una prima area di soli due ettari, ora il Centro sta affiancando un ulteriore ampliamento di circa 15 ettari, per offrire agli uccelli una zona sicura e tranquilla dove sostare durante i movimenti migratori. Qui, attraverso capanni di osservazione e percorsi schermati, è possibile dedicarsi al birdwatching, l’osservazione degli uccelli nei loro habitat, ed effettuare così anche interessanti osservazioni sul comportamento degli animali, utili per la ricerca scientifica.
Descrizione
La Cicogna bianca (Ciconia ciconia) è un uccello di grandi dimensioni (altezza 1 metro – apertura alare 1,80 metri – peso 3-4 chilogrammi), di colore bianco ad eccezione delle penne remiganti che sono nere, con becco e zampe arancione.
Alimentazione
Non ha particolari esigenze alimentari, poiché si adatta a qualunque cibo, anche variando a seconda del luogo ma, in prevalenza, si nutre di cavallette o lombrichi, nonché pesci, invertebrati palustri e rane, aggiungendo a volte semi, bacche, lucertole e persino roditori. Quando raggiunge l’Africa migrando, ha una più grande varietà di prede tra cui scegliere e, a seconda dei casi, predilige le piccole prede reperibili nelle zone umide (come anfibi o pesci), ovvero, nella savana, le numerosissime cavallette e altri insetti.
Riproduzione
Nei mesi di marzo e aprile, i genitori preparano su un albero, su un tetto o su un altro manufatto un grosso nido largo più di 1 metro, in cui la femmina depone in media 3-4 uova, che vengono covate per 35 giorni da entrambi i genitori. Dopo la schiusa, sia il maschio che la femmina provvedono ad allevare i pulcini che, dopo 70 giorni, imparano a volare.
Verso
Distribuzione e habitat
A fine luglio – inizio agosto, quindi, le giovani cicogne sono pronte a intraprendere la migrazione verso i quartieri di svernamento. Grazie alla tecnica dell’inanellamento si è constatato che le cicogne che transitano in Piemonte migrano attraverso la Valle Stura di Demonte (Cuneo) per poi percorrere la Francia e la Spagna: molti individui poi si trattengono già nel sud della Spagna per trascorrere il periodo invernale, mentre altri soggetti si spingono fino al nord Africa (Marocco e Tunisia). Ad ogni primavera, poi, le cicogne faranno il tragitto inverso per ritornare nei siti di nidificazione; solo le giovani cicogne rimarranno in giro per i primi 2 anni di età, perché, nidificando solo nella primavera del 3° anno, posso permettersi di girovagare per ancora un po’ di tempo prima di metter su famiglia!
Varie e curiosità
In molti Paesi europei è cosa consueta osservare le cicogne nidificare sui tetti delle case: basta andare in Alsazia o in Grecia per ammirare questi eleganti trampolieri sostare indisturbati sulla sommità degli edifici. In Italia, invece, la Cicogna bianca è estinta, come nidificante, dal 1700: questo significa che la specie era presente nel nostro Paese solo come visitatore occasionale, durante il passo migratorio e che, solo raramente, si verificavano sporadici tentativi di nidificazione.
Proprio nella campagna cuneese, attorno a Racconigi, le cicogne non sono mai mancate: ogni primavera, come ogni autunno, era possibile osservare alcuni esemplari in sosta durante la migrazione. È solo con un tentativo di nidificazione di una coppia nel 1980, fallito purtroppo per bracconaggio, che emerge con forza l’idea di tentare un progetto scientifico per reintrodurre la specie in Italia.
E così che, in collaborazione con la Lega Italiana Protezione Uccelli e grazie all’esperienza dell’ornitologo Bruno Vaschetti, proprio a Racconigi, viene avviato nel 1985 il primo progetto italiano per riformare una colonia nidificante di cicogna bianca.
Grazie all’aiuto del primo centro cicogne europeo, fondato da Max Bloesch in Svizzera nel 1948, arrivarono a Racconigi le prime 10 cicogne che, ospitate prima in voliere, vennero poi liberate. Già nella primavera ’86 nidificava la prima coppia di cicogne in libertà, dando inizio ad una nuova generazione di cicogne italiane.
E così nel tempo si è ricostituita una colonia stabile di cicogne nidificanti: ogni anno, infatti, circa 30 coppie si riproducono nella zona, occupando sia le piattaforme appositamente predisposte sui comignoli delle case sia le sommità di castelli e campanili.
Grazie agli anelli di riconoscimento, è stato possibile constatare che ogni anno si fermano a Racconigi, per il periodo riproduttivo, cicogne marcate in Svizzera, Germania, Francia, e viceversa, cicogne inanellate sui nidi a Racconigi, sono state osservate in Olanda, Danimarca, Francia, Spagna fino ai paesi del Nord Africa. L’inanellamento, infatti, è un metodo scientifico, coordinato in Italia dall’Istituto Nazionale Fauna Selvatica di Ozzano Emilia (Bologna), che permette, grazie ad una codifica internazionale, di ricostruire le storie individuali degli animali e di scoprire, così, i percorsi che hanno compiuto, i tempi di sopravvivenza e molte altre informazioni sulla loro biologia.
Hai osservato una cicogna inanellata? Se osservi una cicogna inanellata, si può avvisare il Puoi inviarci una mail, magari anche con una foto dell’animale in cui sia possibile vedere l’anello e magari leggere la codifica riportata! I dati utili sono: data, ora, località, comune, provincia, tipo di marcatura, colore dell’anello e sigla incisa, oltre ad altre notizie utili a descrivere il comportamento dell’animale. Contribuirai anche tu, così, a migliorare la conoscenza sulla vita di questi animali! Riceverai una risposta Le cicogne marcate in Italia hanno, oltre all’anello metallico, un anello in plastica di colore blu, riportante quattro lettere bianche in stampatello maiuscolo.
Una difficile missione, se non quella di fermare il degrado della Terra cercando in tutti i modi di garantire un futuro migliore al prossimo. Tutto dipenderà dalle nostre scelte, ed in questa rubrica cercheremo di sensibilizzarci verso un Mondo più pulito ed in simbiosi con la natura.
A cura di Roberta Monagheddu
Il 5 marzo 2018 ho partecipato al seminario “Riscaldamento globale, climatologia, scenari futuri e impatti attesi” tenuto dal Prof. Luca Mercalli, sì proprio lui, il meteorologo e climatologo italiano, nonché presidente della Società Meteorologica Italiana. La stessa persona che, in terza media, facendomi l’autografo scrisse: “Guardare le nuvole e risparmiare energia”. Un grande, pensai. Ancora oggi riesce a muovere le masse con la potenza e la verità delle sue parole, perché c’è passione, urgenza e grande preparazione nei suoi toni per gli argomenti trattati. Ebbene il suo seminario, che ho tentato di semplificare e riassumere, è stato un’introduzione al corso “Cambiamenti climatici e socio economici” del Politecnico di Torino.
Da quando è comparso l’uomo, per 190.000 anni non ci sono mai stati periodi abbastanza lunghi di stabilità climatica per permettergli di sviluppare l’agricoltura. Alcuni ritengono che solo da quando il clima si è stabilizzato, dopo l’ultima glaciazione (20.000 anni fa), con piccole variazioni di 1°C circa, sia stata possibile la domesticazione dei vegetali. Se oggi siamo qui, con una civiltà ed una società di questo tipo, lo dobbiamo al clima. Avremmo dovuto fare in modo che non degenerasse a garanzia del proseguito del nostro cammino. Invece adesso ci ritroviamo a fare i conti con un clima con caratteristiche sconosciute al genere umano, mai verificate in ben 10.000 anni.
Le grandi sfide dell’umanità di oggi vengono definite in due distinte terminologie:
Ma come siamo potuti arrivare fino a questo punto? Abbiamo interferito con il bilancio radiativo terrestre, ovvero il bilancio tra la radiazione assorbita e quella rilasciata dalla Terra. Un effetto serra naturale è a noi umani favorevole. Se non ci fosse un cocktail di gas ad effetto serra nell’atmosfera terrestre il bilancio radiativo generarebbe un congelamento della terra fino a -18°C. Un adeguato livello di effetto serra permetterebbe un’oscillazione della temperatura tra i 14° e 15°C, una situazione che risale al periodo preindustriale! Con il periodo industriale, questa condizione favorevole è stata da noi alterata: abbiamo messo in atmosfera quantità in surplus di gas serra, principalmente CO2, ma anche ossidi di azoto, metano, acqua (sotto forma di vapore acqueo, a causa dall’aumento della temperatura dell’atmosfera), gas artificiali, e molto altro. I gas serra fanno sempre più da barriera: le radiazioni arrivano dal Sole sulla Terra, ma poi fanno sempre più fatica ad uscire dalla nostra atmosfera perché “schermate” dai gas. Parte delle radiazioni, anziché uscire normalmente in direzione spazio, ritornano sulla terra riscaldandola maggiormente. Questo fenomeno è detto Antropogenic Global Warming.
Il principale agente di cambiamento è sicuramente la CO2. Il valore oggi considerato preindustriale vale 280 ppm di CO2. Claude Lorius (glaciologo), in seguito alle ricerche cominciate nel 1958, studiando l’aria fossile nei ghiacci dell’Antartide, scoprì che in 800.000 anni non abbiamo quasi mai superato i 300 ppm. Sempre nel 1958 Charles Keeling (geofisico) misurò 310 ppm di CO2 dall’atmosfera. La CO2 misurata in ppm era aumentata di 30 ppm dal periodo preindustriale. Keeling diede con le sue misurazioni un chiaro campanello di allarme quando constatò il trend!
Nel 2017 a quanto siamo arrivati? Siamo a ben 410 ppm…..
E finora abbiamo parlato solo di CO2, senza considerare tutti gli altri gas che peggiorano la situazione, e la natura che va a modificare il suo corso abituale reagendo a questo cambiamento di temperatura, innescando tutta una serie di conseguenze peggiorative a catena ed esponenziali. Qualsiasi sistema sottoposto ad un fattore forzante del genere non può rimanere fermo! Noi percepiamo questo cambiamento lento perché ragioniamo come uomini, ma è estremamente rapido come tempi di evoluzione della natura.
1°C in più solo nell’ultimo secolo: abbiamo vissuto gli anni più caldi della storia dell’uomo.
Il Trattato di Parigi, redatto nel 2015, in cui 195 paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale, aveva come principale obiettivo quello di rimanere sotto i 2°C di aumento termico.
Guardate questo grafico:
I 2°C da non superare erano stati stabiliti per rimanere nel range di pericolo “Dangerous”, avendo già superato ampiamente le temperature di prudenza. Questo limite è stato raggiunto, dirigendoci quindi verso i 4°C della sezione catastrofica “Catastrophic” e 5°C della sconosciuta“Unknown”. Chiariamo questi ultimi due termini: una catastrofe ha uno scenario nella nostra mente, vogliamo evitarla ma sappiamo cosa sia. Se raggiungessimo i 5°C ed una condizione sconosciuta di cambiamento climatico, significherebbe che l’essere umano entrerebbe in una situazione di cui non ha memoria storica; non sappiamo come la Terra, gli ecosistemi, il clima potranno reagire ad un cambiamento del genere. Tutto è collegato e tutto rischia di collassare.
Cosa possiamo fare? La quantità di CO2 emessa pro capite è infatti davvero enorme, inoltre è difficile raggiungere accordi tra Paesi con differenze molto elevate (vedi stile di vita americani, africani, cinesi, italiani…): c’è chi emette oltre 16 tonnellate pro capite di CO2, e chi 100 kg! Se mettessimo in atto qualche cambiamento si potrebbe riuscire a rimanere entro i 3°C fino all’anno 2100. Trentanni fa sarebbe stato utile spegnere le luci, chiudere l’acqua, ora non basta più. Dobbiamo tenere presente che non si possa curare il cancro con un’aspirina, e considerare quali siano gli impatti reali delle nostre azioni.
Secondo una ricerca svedese bisognerebbe:
Questa è la più grande sfida dell’umanità. Siamo entrati nell’ANTROPOCENE, l’epoca geologica attuale, generata da quello che noi umani abbiamo compiuto, mettendo in campo forze antropiche paragonabili a quelle naturali.
Dal 10 al 14 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino sarà possibile visitare uno speciale allestimento, dal nome “Terrazza Torino” curato dall’azienda nonese Galliano Habitat per conto dell’Ufficio Turismo Torino e Provincia. Dove? Lingotto Fiere, padiglione 2.
A Nuvolento in provincia di Brescia di scena il 4° Trofeo Carrera Podium, gare donne su percorso vallonato con strappo di 300 mt con un centinaio di atlete per categoria. Nella categoria esordienti Rodman Pink Power by Nonese schiera Alice Para e Martina Sanfilippo con quest’ultima spesso che conquista un ottimo 5° posto. Nella fascia allieve la squadra nonese in partenza con Barbero, Bolognino, Borello, Favaro, Gasparrini e Puletto, alla campana dell’ultimo giro un allungo di Noemi Eremita del Team Di Federico da il via ad una fuga a due con la Gasparrini, che con un’azione decisa, rientra, supera l’atleta abruzzese e guadagna fino a 15 secondi, che la portano sola e vittoriosa sul rettilineo di arrivo. Ottimo il 7^ posto di Camilla Barbero. un successo che porta la Rodman Pink Power by Nonese saldamente in testa alla classifica allieve nazionale a squadre.
Domenica 27 maggio il “Merca dla Rumenta” tornerà tra le vie del centro storico nonese. E’ gradita la prenotazione esclusivamente telefonica al 331.2364009.
Mercoledì 25 la scuola di equitazione Horse House per festeggiare l’arrivo della bella stagione ha organizzato un evento sociale al quale hanno gareggiato più di 70 partecipanti.
I piccoli cavalieri nel “battesimo della sella” si sono cimentati in dimostrazioni di abilità con i pony, mentre i più grandi in percorsi ad ostacoli di vari livelli e difficoltà.
Al termine della giornata una premiazione per tutti gli atleti ed una ricca merenda hanno regalato momenti di aggregazione e divertimento.
La Podistica None a Santhià porta in alto i propri colori con Mauro Raineri (In foto a destra) che si è laureato campione regionale FIDAL nella maratona categoria SM 45, nella foto insieme a Loreto Di Rienzo (In foto a sinistra) medaglia di bronzo nella SM 40.