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PINEROLESE WILD: “La Cicogna”

PINEROLESE WILD: “La Cicogna”

Una rubrica che grazie alle sue immagini e nozioni porterà i lettore alla scoperta della flora e della fauna del nostro territorio. Un viaggio che vi farà immergere nella natura della pianura, collina e montagna tra fiumi, sorgenti, piante, fiori ed animali che caratterizzano da secoli le nostre terre.

A cura di Claudio Bonifazio

Foto scattata in località: Racconigi (CN) presso il Centro Cicogne ed Anatidi. 

Descrizione del Centro Cicogne ed Anatidi

Il Centro nasce nel dicembre del 1985 per la reintroduzione della Cicogna bianca, specie estinta dall’Italia come nidificante dal Settecento, grazie alla collaborazione tra la Lega Italiana Protezione Uccelli e l’appassionato ornitologo Bruno Vaschetti. Alla luce dei risultati positivi ottenuti dal progetto cicogna, il Centro intraprende, a partire dal 1989, il progetto Anatidi, mirato alla protezione di specie di anatre, oche e cigni rare o in pericolo di estinzione. In questo senso è stato avviato il progetto LIPU per la reintroduzione del Gobbo rugginoso, un’anatra tuffatrice estinta in Italia dagli anni Settanta. Dal 1995, considerando anche gli interventi comunitari mirati alla salvaguardia della biodiversità attraverso la creazione di zone umide, il Centro ha promosso una serie di interventi rivolti al ripristino di aree umide, finalizzate alla sosta degli uccelli migratori e, in particolare, dei Limicoli, i piccoli trampolieri che frequentano le paludi. Ad una prima area di soli due ettari, ora il Centro sta affiancando un ulteriore ampliamento di circa 15 ettari, per offrire agli uccelli una zona sicura e tranquilla dove sostare durante i movimenti migratori. Qui, attraverso capanni di osservazione e percorsi schermati, è possibile dedicarsi al birdwatching, l’osservazione degli uccelli nei loro habitat, ed effettuare così anche interessanti osservazioni sul comportamento degli animali, utili per la ricerca scientifica.

Descrizione

La Cicogna bianca (Ciconia ciconia) è un uccello di grandi dimensioni (altezza 1 metro – apertura alare 1,80 metri – peso 3-4 chilogrammi), di colore bianco ad eccezione delle penne remiganti che sono nere, con becco e zampe arancione.

Alimentazione

Non ha particolari esigenze alimentari, poiché si adatta a qualunque cibo, anche variando a seconda del luogo ma, in prevalenza, si nutre di cavallette o lombrichi, nonché pesci, invertebrati palustri e rane, aggiungendo a volte semi, bacche, lucertole e persino roditori. Quando raggiunge l’Africa migrando, ha una più grande varietà di prede tra cui scegliere e, a seconda dei casi, predilige le piccole prede reperibili nelle zone umide (come anfibi o pesci), ovvero, nella savana, le numerosissime cavallette e altri insetti.

Riproduzione

Nei mesi di marzo e aprile, i genitori preparano su un albero, su un tetto o su un altro manufatto un grosso nido largo più di 1 metro, in cui la femmina depone in media 3-4 uova, che vengono covate per 35 giorni da entrambi i genitori. Dopo la schiusa, sia il maschio che la femmina provvedono ad allevare i pulcini che, dopo 70 giorni, imparano a volare.

Verso 

 

Distribuzione e habitat

A fine luglio – inizio agosto, quindi, le giovani cicogne sono pronte a intraprendere la migrazione verso i quartieri di svernamento. Grazie alla tecnica dell’inanellamento si è constatato che le cicogne che transitano in Piemonte migrano attraverso la Valle Stura di Demonte (Cuneo) per poi percorrere la Francia e la Spagna: molti individui poi si trattengono già nel sud della Spagna per trascorrere il periodo invernale, mentre altri soggetti si spingono fino al nord Africa (Marocco e Tunisia). Ad ogni primavera, poi, le cicogne faranno il tragitto inverso per ritornare nei siti di nidificazione; solo le giovani cicogne rimarranno in giro per i primi 2 anni di età, perché, nidificando solo nella primavera del 3° anno, posso permettersi di girovagare per ancora un po’ di tempo prima di metter su famiglia!

Varie e curiosità

In molti Paesi europei è cosa consueta osservare le cicogne nidificare sui tetti delle case: basta andare in Alsazia o in Grecia per ammirare questi eleganti trampolieri sostare indisturbati sulla sommità degli edifici. In Italia, invece, la Cicogna bianca è estinta, come nidificante, dal 1700: questo significa che la specie era presente nel nostro Paese solo come visitatore occasionale, durante il passo migratorio e che, solo raramente, si verificavano sporadici tentativi di nidificazione.

Proprio nella campagna cuneese, attorno a Racconigi, le cicogne non sono mai mancate: ogni primavera, come ogni autunno, era possibile osservare alcuni esemplari in sosta durante la migrazione. È solo con un tentativo di nidificazione di una coppia nel 1980, fallito purtroppo per bracconaggio, che emerge con forza l’idea di tentare un progetto scientifico per reintrodurre la specie in Italia.

E così che, in collaborazione con la Lega Italiana Protezione Uccelli e grazie all’esperienza dell’ornitologo Bruno Vaschetti, proprio a Racconigi, viene avviato nel 1985 il primo progetto italiano per riformare una colonia nidificante di cicogna bianca.

Grazie all’aiuto del primo centro cicogne europeo, fondato da Max Bloesch in Svizzera nel 1948, arrivarono a Racconigi le prime 10 cicogne che, ospitate prima in voliere, vennero poi liberate. Già nella primavera ’86 nidificava la prima coppia di cicogne in libertà, dando inizio ad una nuova generazione di cicogne italiane.

E così nel tempo si è ricostituita una colonia stabile di cicogne nidificanti: ogni anno, infatti, circa 30 coppie si riproducono nella zona, occupando sia le piattaforme appositamente predisposte sui comignoli delle case sia le sommità di castelli e campanili.

Grazie agli anelli di riconoscimento, è stato possibile constatare che ogni anno si fermano a Racconigi, per il periodo riproduttivo, cicogne marcate in Svizzera, Germania, Francia, e viceversa, cicogne inanellate sui nidi a Racconigi, sono state osservate in Olanda, Danimarca, Francia, Spagna fino ai paesi del Nord Africa. L’inanellamento, infatti, è un metodo scientifico, coordinato in Italia dall’Istituto Nazionale Fauna Selvatica di Ozzano Emilia (Bologna), che permette, grazie ad una codifica internazionale, di ricostruire le storie individuali degli animali e di scoprire, così, i percorsi che hanno compiuto, i tempi di sopravvivenza e molte altre informazioni sulla loro biologia.

Hai osservato una cicogna inanellata? Se osservi una cicogna inanellata, si può avvisare il Puoi inviarci una mail, magari anche con una foto dell’animale in cui sia possibile vedere l’anello e magari leggere la codifica riportata! I dati utili sono: data, ora, località, comune, provincia, tipo di marcatura, colore dell’anello e sigla incisa, oltre ad altre notizie utili a descrivere il comportamento dell’animale. Contribuirai anche tu, così, a migliorare la conoscenza sulla vita di questi animali! Riceverai una risposta Le cicogne marcate in Italia hanno, oltre all’anello metallico, un anello in plastica di colore blu, riportante quattro lettere bianche in stampatello maiuscolo.

Andrea Laruffa