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L’ANGOLO DEL MENTAL COACH: “Il nostro valore è a prescindere”

L’ANGOLO DEL MENTAL COACH: “Il nostro valore è a prescindere”

Un viaggio esperienziale ed emozionante che un Coach compie in mezzo alle speranze, le fatiche, i sogni, le contraddizioni, le passioni che l’essere umano incontra nel suo cammino alla ricerca di sensi, scopi e significati: l’allenamento del grande potenziale umano per trascendere se stessi e raggiungere ciò che davvero ci rende felici.

A cura di Aldo Ronco

Coach Umanista – Life, Sport & Corporate Mental Coach – Membro ICF

Mi capita spesso di ascoltare persone dire di loro stesse “Io non valgo niente”, mentre raramente sento persone affermare che “valgono tanto”Tuttavia, sia che una persona senta di “valere”,  sia che senta di “non valere”, la questione veramente interessante da indagare è capire “Che cos’è” che fa propendere per una o per l’altra ipotesi. Per esempio, se io chiedessi a te che stai leggendo di farti queste semplici domande:

  • “Perché valgo come persona?” 
  • “Perché mi amo?”

Tu cosa risponderesti a te stesso? Che cosa ti fa pensare che “vali” ? Quand’è che senti di “valere” ? Per quale ragione “ti ami”?

Bene, sappi che qualunque risposta tu ti dai è comunque quella giusta. E sai perché? Perché ciascuno di noi è responsabile della propria esistenza e ciascuno di noi ha quindi il diritto di scegliere sia “il valore” che si da, sia “il motivo” dal quale far dipendere il proprio valore, sempre se ritenga che il suo valore debba per forza dipendere da qualcosa. Nessuno potrà mai  interferire su questa scelta, che sarà sempre da considerarsi “una scelta giusta” per il semplice fatto che la persona che la sceglie la ritiene “quella giusta per sé”. Ma la domanda successiva da farsi e sulla quale vorrei riflettere oggi è:

“Ma questo metro di valutazione che hai scelto per te stesso, funziona oppure no?” ovvero  “Ti rende felice oppure no, o addirittura ti restituisce solo ansia?”

Molto spesso infatti nei cammini di Coaching  mi trovo ad allenare persone che hanno ben chiaro il motivo sul quale rapportano il loro valore, ma che ne sono anche vittima. E mi riferisco al fatto che molti “scelgono” di valere come persona in base ai risultati che ottengono. Diciamo che è culturale. Oggi la società ci chiede in continuazione di “performare”. Il che, entro certi limiti, non è di per sé negativo. Non c’è niente di male nell’ottenere dei risultati, dei successi, nel raggiungere delle mete, degli obiettivi, anzi tutto ciò contribuisce al raggiungimento del proprio benessere. Il Coaching, per esempio, si dimostra uno strumento straordinariamente efficace da questo punto di vista. Ma se il passo successivo è che il valore di una persona dipende dal suo rendimento  allora qui comincia il disastro. Si crea questa dinamica: se ottengo dei risultati, mi attribuisco un valore e mi amo. Ma nel momento in cui non ottengo dei risultati, non mi attribuisco più un valore, non mi amo più ed entro in crisi. Ma c’è dell’altro: se scelgo di valere in base ai risultati che ottengo, persino quando li otterrò farò fatica ad essere felice perché l’ansia di dover per forza e sempre dimostrare qualcosa, a me stesso e agli altri, avrà perennemente il sopravvento sulla sensazione di benessere, sensazione che sarà quindi solamente temporanea. Conosco gente che ottiene risultati in continuazione eppure non è mai contenta. Ne conosco altre invece che, a prescindere che ottengano o meno dei successi, lasciano quotidianamente trasparire una serenità e una felicità assolutamente autentica e contagiosa che deriva dal loro stare bene con se stessi. Sono coloro che NON hanno scelto di far dipendere il proprio valore dalla propria auto efficacia e che quindi NON hanno scelto di amarsi all’interno di questa dinamica,  sono  coloro che invece scelgono di amarsi ogni giorno aprioristicamente, senza se e senza ma, senza nessuna condizione;  ed è proprio grazie a questo amore, che riconoscono a loro stessi aprioristicamente, che percepiscono il loro valore, e che poi a sua volta da valore alle cose che fanno. Io la trovo una “scelta” (perché di scelta si tratta) fantastica,  oltre che assolutamente vincente in un’ottica di felicità. Sono quelle persone che, dopo un po’ che le ascolti, dici a te stesso con stupore: “Ma guarda questo quanto si ama!”, e ti stupisci ancor di più del fatto che ti trovi davanti a persone assolutamente normali. In un mondo dove la cultura predominante è quella del “tu vali se”, ovvero se “performi”, se sei bello, se sei ricco, se sei famoso, se sei prestante, se hai un ruolo sociale,  eccetera eccetera, rispondere con  “io mi amo a prescindere, per cui valgo a prescindere da tutto questo”,  e poi “tarare” tutta la propria esistenza all’interno di questa dimensione, è una scelta senz’altro coraggiosa ma anche assolutamente liberante; essa diventa la base per una sana auto realizzazione, restituendo alla persona un vero e duraturo benessere, in quanto finalmente svincolato da ogni ansia di dover perennemente “dimostrare” qualcosa per conquistare un “valore”Anche per me il valore  di ogni essere umano, di ogni vita umana e quindi di ciascuno di noi,  è a prescindere. Anzi, dirò di più. Se proprio devo trovare un motivo che ci restituisca un valore,  lo ritrovo nel fatto che l’essere umano è una creatura  dotata della “facoltà‘ di amare”. Essere dotati di questa straordinaria facoltà  ci rende davvero speciali, ed è semmai questo che ci restituisce un valore immenso. Quando esercitiamo la nostra “facoltà d’amare”,  proprio quando Amiamo, in quel preciso istante, ci eleviamo alla dimensione di creature straordinariamente e meravigliosamente potenti, perché in grado di fare del bene, e quindi di far stare bene gli altri e di stare bene noi stessi. Nessun “risultato ottenuto”, nessuna “capacità di fare le cose” ci restituirà mai un potere così grande. Mi viene in mente mia madre, ora anziana, che spesso si blocca con la schiena quando tenta di fare le pulizie in casa. Mi vengono in mente le parole che mi rivolge sempre in quelle occasioni “Vedi Aldo, ormai non valgo più niente”La mia risposta è sempre la stessa “Mamma, invece tu continui a valere  tantissimo, perché non è il “riuscire a fare le pulizie o qualsiasi altra cosa” che ti da valore, né il “non poterle fare più che te lo toglie”, per il semplice fatto che nel momento stesso in cui il tuo sguardo ricco d’amore incrocia il mio, io mi sento straordinariamente bene, ed è per questo che il tuo valore è altissimo oggi, e lo sarà anche se mai un giorno non sarai più in grado di fare nulla.  Grazie Mamma perché mi ami, il tuo valore sta li.”

Andrea Laruffa