Quale è stata la sua esperienza professionale fino ad arrivare oggi ad essere Direttore dell’Ippodromo di Vinovo?
“Intorno ai 18 anni di età nel lontano ’87, penultimo anno di liceo, un mio caro parente, allora elettricista presso l’Ippodromo, mi chiese se interessato nel guadagnare qualcosa facendo l’operatore TV durante le corse. Mi presentai in una domenica di gare iniziando così la mia esperienza lavorativa dal punto più basso. Dopo alcuni anni in parallelo agli studi dell’Università sono passato a responsabile dell’impianto regia per poi saltare alla gestione dell’ufficio stampa. In seguito alla Laurea decisi però di continuare a dedicarmi interamente nel crescere professionalmente all’interno dell’Ippodromo passando a tutti gli effetti da collaboratore a vero e proprio dipendente. Il progressivo vivere questo mondo e le varie competenza acquisite in più settori mi hanno permesso di accettare infine l’incarico di Direttore dell’Ippodromo di Vinovo che in un momento di grande crisi attuale si è trasformato tutto in un impegno gravoso.”
“Quante persone lavorano attorno all’Ippodromo di Vinovo?”
Considerando il personale interno e l’intero indotto, l’Ippodromo è tutt’oggi l’azienda più grande del Comune di Vinovo. L’Hippogroup Torinese comprende 13 dipendenti full time e circa 50 interinali che ricoprono diverse attività legate esclusivamente alle sole giornate in cui si svolgono le corse. Più un paio di ditte che si occupano di manutenzioni varie, pulizie, sorveglianza e gestione del verde. A questo va aggiunto tutto il mondo delle scuderie costituito da professionisti, allenatori e guidatori di cavalli, che usufruiscono dei servizi dell’Ippodromo durante gli allenamenti e preparazione alle corse dei cavalli. Le scuderie a loro volta contribuiscono ad offrire dell’ulteriore lavoro al proprio interno. Ultimi ma non meno importanti contadini, maniscalchi, veterinari e fornitori di fieno ed altre necessità fan si che dalle 120 alle 150 persone lavori attorno a questa importante realtà.”
In questo momento di forte crisi del settore dell’Ippica, quali misure recenti sono state adottate per cercare di arginarla?
“Opporci direttamente alla crisi dell’ippica, essendo noi l’ultimo anello della filiera, resta molto difficile. In tutti questi ultimi anni è mancato uno sviluppo del settore a livello Nazionale, riducendoci ad esser solamente una periferia di tutto il sistema che in modo solitario combatte contro la sempre meno affluenza del pubblico ed il conseguente calare delle scommesse. Abbiamo così deciso di ottimizzazione sia le spese interne della struttura che gli investimenti, cercando di arginare l’emorragia di presenze durante le corse andando ad organizzare degli eventi collaterali che possano stuzzicare l’interesse delle più diversificate persone.”
Cosa ci si aspetta dal Ministero delle Politiche Agricole che governa il mondo dell’Ippica e del cavallo?
“Ci si aspetta qualche cosa che sia completamente diversa da quello messo in atto e proposto fino ad ora. A nome dell’Ippodromo e di tutto ciò che posso rappresentarne non posso far altro che confermare il rapporto comunicativo difficilissimo. Per quanto riguarda il mondo delle corse, dei proprietari dei cavalli e delle scuderie, non è possibile ad oggi attendere l’erogazione di un montepremi da dicembre dello scorso anno con le modalità di pagamento che si attestano all’incirca su di un’attesa di 8/9 mesi, ricordando che negli anni 2013/2014 è stata addirittura di quasi 24 mesi. Ad oggi non abbiamo ancora percepito le spettanze di novembre e dicembre 2016 ne la chiusura della partita delle scommesse dell’anno 2016. Per tutto il 2017 fino alla scorsa settimana non era ancora presente neanche la bozza di contratto tra noi e Ministero, con il nostro esercizio dell’anno partito a gennaio fino ad oggi come un solo atto di fede. Non avendo idea delle sovvenzioni spettanti la programmazione ed i budgets navigano nel buio sperando che le economie fatte fino ad ora possano far si che il bilancio venga chiuso almeno in pareggio. Andare avanti così è praticamente impossibile. Proprio oggi il nostro Direttore Generale Mauro Boccardo si è recapitato a Roma per chiedere notizie.”
Che cosa rappresenta il nuovo logo?
“Siamo passati da un logo elaborato nell’anno 2001 che, sotto il nome di “HippoGroup” in associazione insieme ad altri Ippodromi Nazionali, ha cercato fino a qualche giorno fa di dare un maggior peso critico nei confronti del Ministero in questo periodo di forte crisi, ad un logo dal nome “Ippodromo Vinovo”che si riappropria in primis della visibilità che merita il Comune ed il territorio in cui nel 1961 è nata la struttura, insieme alla testa stilizzata di un cavallo simbolo dell’Ippica e non solo.”
Corse ed eventi collaterali, è il mix giusto che avvicina maggiormente le persone all’Ippodromo?
Si, è stata una scelta che la proprietà ha voluto fortemente fare quest anno in condivisione con il CDA e Direzione andando a migliorare soprattutto il modo con il quale comunicare gli eventi al pubblico. Ci siamo quindi affidati ad una vera e propria agenzia di comunicazioni e stampa passando da una precedente attività svolta internamente. Questo è stato un investimento importante ed una scelta molto ponderata che in abbinata all’organizzazione di eventi mirati ha permesso di aumentare le presenze di pubblico durante le corse, ritrovando persone giunte per rivedere l’Ippodromo dopo moltissimi anni. Visti i risultati con ottimismo proseguiremo su questa strada cercando di proporre sempre qualcosa di nuovo sia alle famiglie che ai veri appassionati di Ippica.”
Quali sono gli obiettivi futuri da raggiungere?
“Cercare di concludere al meglio la stagione 2017 (considerando come start solamente i primi giorni di aprile ed i precedenti tre mesi di completa chiusura) che continuerà fino al 29 dicembre come da calendario redatto dal Ministero principalmente attraverso corse di cavalli ed a seguire eventi. Cosa succederà nel 2018? Molto dipenderà dai rapporti con il Ministero e le risorse che ci verranno garantite insieme a quelle per il 2017 ancora non pervenute…”
E’importante collaborare con gli Istituti Scolastici per avvicinare i giovani a questo sport?
“Si. Per 4/5 anni di fila abbiamo sempre collaborato con gli Istituti della Provincia di Torino portando i bambini qui da noi attraverso il progetto “Un cavallo per amico” con un passaggio di studenti che si è aggirato tra le 700 e le 900 unità. Dopo una prima accoglienza e spiegazione delle più importanti nozioni relative alla figura del cavallo gli studenti venivano portati in visita tra le scuderie andando a provare con mano le principali attività giornaliere. Dopo tre anni di fermo l’idea è quella di ripartire con lo stesso progetto, con le Scuole del Comune di Vinovo che anticipatamente hanno confermato la propria presenza.”
I vicini di casa della Juventus Football Club sono una realtà da sfruttare o evitare?
All’inizio del loro insediamento, circa 10 anni fa, si parlava di possibili collaborazioni vista la vicinanza. Al contrario in seguito la Juventus FC per politica aziendale non ha mai interagito con la nostra realtà. Noi non siamo mai entrati nel loro centro ne tanto meno loro nel nostro. Sono degli ottimi vicini di casa ma niente di più. Le gabbie di immagine costruite attorno ai giocatori non hanno mai permesso neanche una comparsata durante un nostro evento. L’imminente apertura del nuovo centro commerciale Mondo Juve è tutta una pagina ancora da scrivere, sicuramente porterà tanta nuova visibilità per chi è di passaggio, bisognerà però poi capire quante nuove persone interagiranno con noi.”
Cosa rispondi a chi definisce l’Ippica una sport vecchio?
“Che sia un sport vecchio è vero, ma più che vecchio direi che è uno sport antico che non si è adeguato ai tempi. Rispetto a molti anni fa in cui il settore godeva di un illustre benessere ad oggi moltissime cose sono cambiate ma la passione dell’uomo che segue i cavalli è rimasta sempre la stessa. Purtroppo non posso far altro che confermare il fatto che questo sport non si sia saputo adeguare ai cambiamenti ne si è reso appetibile al mondo odierno fatto di velocità e non più attese.”
Le scommesse ippiche sono rimaste invariate da moltissimi anni. Come per gli altri sport in cui ad oggi si scommette su qualsiasi tipo di previsione oltre al risultato finale, non sarebbe corretto adeguarsi?
Sono d’accordo, anche se da una parte si snaturerebbe questo mondo fatto di tradizione e di riti, ma proprio questa scuola di pensiero ci ha portato a non adeguarci con i tempi. Le scommesse di oggi sono le stesso di più di 30 anni fa. Lo Stato dando il via libera alle scommesse di ogni tipo ha messo in un angolo quelle ippiche. Del monte scommesse annuale ad oggi l’ippica rappresenta meno dell’1% su più di 90 miliardi giocati, con questi dati non è difficile dire che ci sono passati sopra tutti. Una volta si entrava a scommettere all’interno di una vera e propria agenzia Ippica, ora con l’apertura a tutte le scommesse sportive il nostro mondo è stato messo in un angolo, e quest angolo reso ancor più piccolo dopo l’inserimento delle slot machine e video lottery.”
Lo spazio televisivo Nazionale dedicato all’Ippica è ristretto?
Questo è un altro dei problemi. Nonostante il mondo dell’Ippica abbia i propri canali televisivi tematici dedicati alle scommesse, l’Ippica negli ultimi anni non è più passata nei mezzi di comunicazione generalisti, che oltre alla televisione racchiude anche giornali sportivi e riviste. Per citarne uno di esempio, “la Gazzetta dello Sport” dedica un trafiletto sulle ultime pagine nascosto in mezzo agli altri “sport ritenuti minori” del quotidiano. E’ una grossa problematica, perché uno sport senza visibilità mediatica è destinato ad esser un’attività di nicchia. Una soluzione per poter uscire fuori dalla crisi potrebbe essere proprio il dare visibilità al mondo dei cavalli ed all’animale in se.”
Dalla Tesi di Laurea pubblicata in rete “La crisi dell’Ippica italiana ed il rilancio del settore” di Beatrice Baldi, anno accademico 2012-2013 dell’Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Economia, una sezione riguardante i punti deboli e di forza dell’ippica. Le chiederei un parere a riguardo su di ogni uno di essi:
“Anche la mia Tesi di Laurea è stata elaborata relativamente a questo mondo e legata al peso delle trasmissioni delle immagini televisive, quindi molto volentieri commenterò ogni punto.”
Punti deboli:
– L’Ippica ruota intorno al cavallo, che ne è “personaggio” e non crea “gossip”: non nel senso comunemente inteso di “fare notizia”, se non dal punto di vista del risultato sportivo (al quale viene però riservato uno spazio limitatissimo).
“Il cavallo potrebbe diventare un personaggio, ne abbiamo avuti, il cavallo per antonomasia è Varenne, che è stato utilizzato anche come testimonial nei suoi anni di splendore, ed ha ancora ad oggi un suo appeal ed un suo seguito. E’ vero non si crea del “gossip”, ma perché non siamo stati in grado di creare dei personaggi neanche attorno alla figura del fantino o del guidatore pur avendo in casa nostra sportivi elogiati in tutto il resto del mondo.”
– Gli ippici non hanno saputo e voluto comunicare il loro sport, e l’Ippica non ha investito nella propria immagine e nella comunicazione.
“Assolutamente vero. Sono ormai un lontano ricordo il Totip, le Corse Tris o quando alla finale di San Remo veniva messo in palio un cavallo. Questa era vera e propria comunicazione. Ora di tutto ciò non esiste più nulla. E gli ippici non avendo creato nessun tipo di personaggio che ruoti attorno a questo mondo non hanno contributo ad ampliarne l’immagine.”
– Il mondo dell’informazione, e conseguentemente il pubblico, non sa nulla di Ippica.
“Concordo. Tutti i messaggi che sono passati negli ultimi anni a livello generalista sono stati tutti negativi per perdita di posti di lavoro, chiusura di Ippodromi, crisi del settore, rapporti sbagliati con il Ministero e molto altro ancora.”
– Il pubblico non sa cosa sia l’Ippica in termini sportivi, non ne conosce le componenti, la confonde col gioco d’azzardo.
“Questo è il peso che ci portiamo dietro da anni di comunicazione sbagliata, gli Ippodromi e le corse di cavalli sono abbinate al gioco d’azzardo, al doping ed alle corse truccate. Non è più così, il sistema è costituito da sole persone che hanno la passione di lavorare per il bene di questo sport.”
Punti di forza:
– La corsa dei cavalli è sport televisivo per antonomasia. L’Ippica è sport “verde” che nasce in luoghi di grande fascino (gli allevamenti) e che si esercita in luoghi che rimangono dei “giardini” delle città (gli ippodromi).
“Non ritengo la corsa dei cavalli lo sport televisivo per antonomasia in quanto per renderlo tale ci andrebbero tantissimi investimenti. Mentre la figura del cavallo, gli allevamenti e gli Ippodromi rendono effettivamente “verde” questo sport. Non per questo un qualsiasi bambino che accarezzi una criniera di un cavallo o che giri all’interno di scuderie ed Ippodromi ne rimarrà sempre estasiato. Gli allevamenti li ritengo dei veri e propri paradisi immersi nella natura.”
– L’Ippica è agonisticamente spettacolare.
“Si, è così. Qui si vedono dei cavalli che corrono con tutta la loro potenza, come è possibile percepire anche l’adrenalina dopo la vincita di una corsa. Sicuramente è agonisticamente spettacolare.”
– L’Ippica è adatta alla fruizione di tutti.
Si perché a partire da un bambino che capiti per la prima volta di fronte ad una corsa di cavalli non può far altro che fermarsi e guardarla. Ma sicuramente molto è ancora da fare per rendere il tutto più accattivante.”
– L’Ippica è legata a forme di scommesse profondamente diverse da quelle del normale “azzardo”: perchè richiedono impegno e studio, perché possono essere di piccola entità, perché sono destinate a sostenere un mondo fatto di animali, allevamenti, professionalità e lavoro. Ed anche sotto questo aspetto l’Ippica e “comunicabile”.
Questo è il punto sul quale sono più favorevole. Le scommesse ippiche più che delle scommesse sono delle vere e proprie sfide tra chi gioca e quello che succede in pista. L’Ippica è comunicabile sotto molti aspetti in quanto alle spalle di questo mondo c’è anche la preparazione del cavallo, il tipo di allenamento, l’alimentazione, il tipo di allenatore la persona che lo guida in corsa e molto altro ancora.”
Quale è la domanda che non ti è mai stata fatta e che secondo te possa dare un po più di “eco” a questo difficile momento che l’Ippica sta attraversando?
“Perchè sei seduto su questa scrivania e non ti sei dedicato ad altro nella vita? Una lunga serie di eventi che si sono susseguiti in tutti questi anni mi hanno portato a ricoprire la figura che ricopro oggi, cosa che non avrei pensato mai di fare appena iniziata la carriera. Ho fatto delle scelte durante tutto questo percorso ed in questo momento non posso far altro che esserne contento e dire che rifarei tutto allo stesso modo pur sapendo di andare incontro a periodi difficili. Da qui in avanti ci sarà da giocarsi una partita importantissima per cercare di dare una continuità di esercizio a questa realtà garantendo tutti i posti di lavoro alle persone ne lavorano al suo interno. Non sarà facile ma c’è la metteremo tutta.”
Conclusioni:
“So di avere un certo tipo di responsabilità, ma io qui non sono da solo. Rappresento da una parte tutti i miei colleghi che hanno altrettanto dei lavori altrettanto specifici, particolari ed importnati e dall’altra molte altre persone che ” sono” la Società Torinese Corse Cavalli. Come il nostro Guido Melzi d’Eril Presidente ed Amministratore Delegato nonché proprietario dell’Ippodromo di Vinovo dalla fine degli anni ’70, persona che ha messo la passione per i cavalli e l’Ippica prima di ogni altra cosa, e come il Ragioniere Mauro Boccardo che continua a portare avanti conti, rapporti, persone e storia di questo posto.”
di Andrea Laruffa