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Cara Madre Terra: “La plastica, un materiale fotogenico”

Cara Madre Terra: “La plastica, un materiale fotogenico”

Una difficile missione, se non quella di fermare il degrado della Terra cercando in tutti i modi di garantire un futuro migliore al prossimo. Tutto dipenderà dalle nostre scelte, ed in questa rubrica cercheremo di sensibilizzarci verso un Mondo più pulito ed in simbiosi con la natura.

A cura di Roberta Monagheddu

Bentornati, qual buon vento vi porta a rileggere la mia rubrica? Personalmente, il vento che mi ha portato a scrivere è stato quello del Sud, ed in seguito capirete il perché. Spero che dopo qualche giorno di pausa estiva siate riposati e che le vostre menti siano un po’ più fresche e determinate a riprendere la quotidianità. Dopo l’ultimo articolo, particolarmente impegnativo sia da scrivere che da leggere immagino, quest’oggi vi propongo in leggerezza alcune mie personali considerazioni. In questi giorni sono proprio contenta. Tutto è iniziato quando ho sentito una cosiddetta “Influencer” Instagram di usi e costumi parlare di inquinamento ambientale dato dalle plastiche, e dei provvedimenti che piano piano si stanno prendendo per arginarlo. Non capita spesso che un personaggio pubblico utilizzi la sua fama e le migliaia di visualizzazioni per diffondere quotidianamente messaggi utili, tra un advertising (pubblicità) e l’altro, semplicemente perché non è redditizio (ma non intendo generalizzare). Ho anche notato che ultimamente molti giornali, riviste e radio stanno dando voce a questo argomento: che la difesa dell’ambiente stia diventando una moda? Non è per moda che si dovrebbe difendere il pianeta, ma se questa può essere un veicolante, ben venga! Chi ha colto l’emergenza della questione ambientale cerca a questo punto di non ritorno di ingegnarsi nei modi più disparati per sensibilizzare l’opinione pubblica: scrivendo articoli, aprendo blog, cercando di cavalcare l’onda dei social e di rendere accattivanti i contenuti e molto altro. L’inquinamento causato dalla plastica è forse usato come cavallo di battaglia perché è visivamente molto di impatto. Come ho accennato inizialmente, sono stata in vacanza al Sud, precisamente a Napoli. Facendo la turista, passeggiavo, godendo del Sole, della brezza, della vista del mare, finché sono arrivata a Castel dell’Ovo, e mi sono avventurata alla scoperta di ogni suo segreto.

Ohibò, un cartello all’ingresso citava: “ONE PLANET, ONE FUTURE: la mostra temporanea di Anne De Carbuccia”.

Curiosa, sono entrata e tantissime bellissime fotografie con annessa didascalia spiegavano in termini semplici ma forti come le plastiche stiano rovinando gli ecosistemi, com’è il mondo con le plastiche e come potrebbe esserlo senza. Dal sito potrete guardarle tutte scorrendo fino alla sezione “Opere d’Arte”, se volete, e partecipare alle iniziative: www.oneplanetonefuture.org

“Anne richiama l’attenzione sulla crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo e promuove il cambiamento a favore di stili di vita più sostenibili per il nostro futuro.”

Molti erano veramente attenti, e un po’ mi sono stupita perché penso spesso che alla gente importi poco di questi temi! Ma è anche vero che molti guardavano le opere ammirando la bravura dell’artista ma non approfondendo il significato, tanti purtroppo non entravano nemmeno. E’ una lunga strada per la sensibilizzazione mentre invece il tempo che abbiamo è breve. Colgo l’occasione per ringraziare Anne per il gran lavoro che sta facendo.

Dopo l’awareness (la consapevolezza), bisogna passare all’action. Anche in questo caso ci sono numerosi progetti in atto. Per esempio, ancora su Instagram ho trovato ragazzi volenterosi (posso citare @plastic_pollutionsolution per fare un esempio) che documentano le loro operazioni di pulizia delle spiagge e delle strade mentre si recano a scuola o al lavoro o in palestra; c’è chi raccoglie gli oggetti portati dalle maree, alcuni vengono smaltiti, altri sterilizzati, riqualificati e dati in beneficenza (come ad esempio palette e secchielli per bambini); organizzazioni più grosse lavorano le plastiche raccolte e producono oggetti da rivendere, con cui finanziano i loro progetti.

E’ molto difficile informarsi, ma soprattutto è difficile dare il buon esempio. Proviamoci, potrebbe essere più facile di quanto non si immagini, riducendo l’uso della plastica ed evitando di abbandonarla in giro.

Visitando la Reggia di Caserta, spettacolo meraviglioso delle ninfe in un laghetto. In mezzo vi svettava una bottiglietta di plastica. Fine.

Andrea Laruffa